In vista di un riordino del Sistema Socio-Sanitario lombardo, la S.It.I. Lombardia pone all’attenzione degli organi istituzionali e dei professionisti coinvolti nella definizione del Piano di riordino del Sistema Socio-Sanitario lombardo, alcune considerazioni inerenti alle attività di prevenzione poste in capo ai Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria (DIPS), a livello strategico, di governo e/o operativo.
Le considerazioni di seguito dettagliate sono il frutto dell’analisi dei punti di forza e delle criticità emerse in tale ambito sul territorio lombardo durante gli ultimi 5 anni e di quanto evidenziato dalla pandemia in atto.
L’ipotesi di soppressione delle ATS e del contestuale trasferimento delle attività di prevenzione e di assistenza primaria nelle 27 ASST rappresenterebbe il colpo finale alla residuale capacità di intervento dei Dipartimenti di Igiene e Prevenzione Sanitaria (DIPS) la cui organizzazione sarebbe frantumata in un’entità (l’ASST appunto) che ha prevalentemente mantenuto una mission e una leadership ospedaliera. Il DIPS dovrà quindi mantenere una dimensione territoriale corrispondente alle province (o alle attuali ATS), un’adeguata dotazione di organico proprio al fine di soddisfare i compiti previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (vaccinazioni, screening, promozione della salute etc.), una direzione autorevole che lo ponga in prima linea nelle attività di emergenza sanitaria nell’interlocuzione con gli Enti locali territoriali. Il sistema della prevenzione, presidiato e governato dai DIPS, in questa prospettiva, deve saper garantire una forma strettamente integrata con l’assistenza sanitaria primaria e con l’assistenza distrettuale, e un approccio alla promozione della salute trasversale e intersettoriale. La struttura di riferimento “forte” regionale consentirà di coordinare al meglio le attività proprie del Dipartimento.
Si ritiene importante sottolineare che il DIPS nell’attuale organizzazione del Servizio Sanitario Regionale (SSR) è la struttura dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) preposta alle attività proprie del Livello di Assistenza Sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro (LEA), attività che viene svolta di concerto con il Dipartimento Veterinario e in integrazione con gli altri Dipartimenti aziendali (Cure Primarie e Socio-sanitario).
La attività previste dai LEA sono:
- Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie (inclusi i programmi vaccinali)
- Tutela della salute e della sicurezza degli ambienti aperti e confinati
- Sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
- Sicurezza alimentare – Tutela della salute dei consumatori
- Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, inclusi la promozione di stili divita sani ed i programmi organizzati di screening oncologici; sorveglianza e prevenzione nutrizionale
- Attività medico legali per finalità pubbliche
Il DIPS si colloca nella rete territoriale quale riferimento unico per le attività di propria competenza rispetto agli Enti Locali, alle Prefetture, agli Uffici Scolastici e al terzo settore, con i quali stabilisce rapporti locali stabili e articolati al fine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria della popolazione e l’erogazione delle prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza di competenza.
La maggiore criticità evidenziata in tali ambiti è stata la difficoltà di lavoro sinergico tra i Medici delle Cure Primarie e le ASST, non sempre garantita appieno dall’interlocuzione con il Dipartimento di Cure Primarie: sarebbe pertanto opportuno prevedere, sia a livello locale sia regionale, delle articolazioni organizzative stabili che garantiscano l’integrazione tra DIPS, Cure Primarie e ASST.
In analogia, è importante preservare i raccordi territoriali del DIPS con gli Enti Locali e le Prefetture al fine di garantire al meglio la tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro; in tale contesto le difficoltà maggiori si sono concentrate sulle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali, dove spesso i rapporti con le diverse unità di offerta coinvolte hanno evidenziato come la disponibilità di riferimenti univoci avrebbe reso più efficace ed efficiente il lavoro svolto.
La S.It.I. ritiene che il riordino del SSR debba porre attenzione a quanto sopra richiamato al fine di garantire una chiara catena di comando e articolazioni organizzative anche di prossimità, che facilitino il lavoro di rete e semplifichino i percorsi dei cittadini.
Parimenti, si ritiene opportuno sottolineare che qualsivoglia modello organizzativo venga messo in atto non possa prescindere dal prevedere:
- il potenziamento dei Servizi regionali di indirizzo e coordinamento, ed in particolare la realizzazione di una struttura centrale “tecnico scientifica” con funzioni di Osservatorio epidemiologico;
- il rafforzamento delle Direzioni Dipartimentali, conseguente il ricambio generazionale delle apicalità, con previsione di formazione anche alla leadership ed alla capacità di risposta nelle emergenze;
- il potenziamento delle risorse dei DIPS in modo da renderle adeguate non solo alla attività di emergenza pandemica, ma anche alla evidente mole di lavoro propria del Dipartimento (l’adeguamento e il recupero tecnologico dei DIPS, con particolare attenzione alla gestione delle banche dati, alla segnalazione delle malattie infettive, all’attività di epidemiologia, alla digitalizzazione delle attività di sanità pubblica ed alla messa in rete con le altre unità di offerta sanitaria e socio-sanitaria del territorio, nonché con gli enti locali);
- un’adeguata e non frammentata organizzazione con unica catena di comando e preferibilmente sotto forma di network, con tutti gli attori all’interno ed all’esterno del SSR per l’erogazione dei servizi alla persona.
Di seguito la lettera inviata dal Presidente e dal Consiglio Direttivo della Sezione all’attenzione dell’Assessorato al Welfare e alla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia:
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